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[Recensione] 47 Metri: Uncaged
La sfida per uscire da un labirinto sottomarino si trasforma in una lotta per la sopravvivenza appesa alle bombole d’ossigeno.
La Trama
Un gruppo di ragazzi decide di addentrarsi in un labirinto a 47 metri sotto il livello del mare. Unico problema è la presenza di un gruppo di squali bianchi affamati e la esiguità dell’ossigeno delle bombole.
L’Analisi
47 Metri: Uncaged segue il filone dei cosiddetti Shark Movies, quei film che hanno come protagonisti, oltre agli attori, anche gli squali. Una storia trita e ritrita ma che, come nelle migliori tradizioni, a volte ritorna a fare capolino nelle sale o in tv. Una stroria già vista un sacco di volte. Nato come sequel di 47 Metri del 2017 la pellicola non decolla e non vive, come si dice, di vita propria. La storia è praticamente un copia e incolla del precedente capitolo della, definiamola garbatamente, saga. Il regista è lo stesso, Johannes Roberts. Il film non sarebbe nemmeno male ma c’è sempre quel qualcosa che non torna, che manca. Quell’assenza percepibile sin dai titoli di testa. La mancata ricerca della suspense e l’ostentazione del sensazionalismo rendono il film macchinoso e lascia quella insopportabile sensazione di “già visto”. L’ambiente sottomarino (in questo caso il labirinto all’interno di una caverna) claustrofobico e ansiogeno sembrano riuscire a dare quel qualcosa in più che potrebbe rendere la pellicola un pochino più interessante. Le prime immagini della città sommersa e del labirinto forniscono una visione scenografica davvero niente male offrendo allo spettatore quel senso di angoscia e di ansia. L’unica, forse, peculiarità che differenzia questo film dal capitolo precedente è la cecità degli squali dovuta alla vita nei fondali dove la luce del sole non arriva.
Pareri Personali
47 Metri: Uncaged è un film che si lascia guardare. Una pellicola interessante per gli amanti del genere. E’ vero che l’ambientazione sottomarina rende un pò angosciosa la visione ma altro non c’è. Sembra che a Roberts gli squali piacciano particolarmente ma avrebbe potuto osare un pò di più. Nulla di speciale in questo film che non sorprende e non delude. Una visione “easy” senza grossi colpi di scena. La claustrofobia è il punto focale di questo film. Ma una singola sensazione non può far gridare al capolavoro.