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[Recensione] La Settima Musa

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 Ne La Settima Musa due persone condividono lo stesso incubo. Una condivisione che li porterà a trovarsi faccia a faccia con le sette Muse.

La Trama

Un professore ed una donna vivono lo stesso incubo ogni notte: una donna viene assassinata. Ma non è solamente un sogno perché l’omicidio è avvenuto veramente.

L’Analisi

La Settima Musa è una pellicola che porta al cinema Sette Muse mitologiche. Figure infere che, oltre alla gioia, spesso portano con se sventure di non poco conto. Un’idea interessante e, per certi versi, inusuale, utilizzata per fare da sfondo e da base per lo sviluppo del film. Il concetto del peso inesorabile delle parole ci porta ad un’analisi interiore e personale di noi stessi. Una poesia può risultare mortale, un’arma a doppio taglio (per chi la scrive e per chi, poi, la legge) che potrebbe portare a conseguenze inimmaginabili, fra cui la morte. Jaume Balaguerò offre una serie di spunti interessanti e quasi mai banali. Il film è tratto da libro “La dama numero 13” di Josè Carlos Samoza. La trama del libro, purtroppo, viene modificata, vengono eliminati completamente alcuni personaggi mentre altri vengono uniti. L’introduzione de La Settima Musa (in cui il protagonista ha degli incubi terribili e casuali) non esiste assolutamente nel libro. La semplificazione dell’opera letteraria, seppur a fini cinematografici, non sempre rende bene la trasposizione. In alcuni casi la scelta di tagliare alcune parti del  libro rendono la comprensione abbastanza difficile portando lo spettatore a chiedersi il motivo di alcune scene. La mancanza di alcuni tasselli della storia originale rendono questa pellicola monca e spesso di difficile comprensione. Balaguerò ha provato a girare un film più inquietante ed angoscioso che pauroso. In parte ci è riuscito, in parte, invece, ha lasciato vuote delle caselle che lo spettatore deve sforzarsi di riempire . Gli aspetti e gli elementi portati sul grande schermo sono troppi e spesso si susseguono in una sorta di gara non lasciando il tempo allo spettatore di rendersi conto cosa stia succedendo e annichilendo così qualsiasi emozione.

Pareri Personali

Partendo dal presupposto che non tutti i libri sono facili da trasporre in pellicola e che non tutte le pellicole sono adatte per ospitare un’opera letteraria, La Settima Musa non incanta. E’ interessante ed apprezzato il tentativo di Balaguerò di portare al cinema un’opera come quella di Samoza ma il risultato non è di quelli sperati. Vuoi per scelte stilistiche, per limitazioni riguardo il budget, per la necessità di farlo uscire il prima possibile, questa pellicola non si fa ricordare. Nonostante lo sforzo registico e di sceneggiatura per renderlo appetibile ed interessante agli occhi dello spettatore manca quella verve che avrebbe potuto dare una svolta emozionale. Ciò in cui La Settima Musa deficita un po’ è la quasi paura del regista di analizzare nel profondo la questione, di scendere nei meandri della mente e dell’anima. Balaguerò sceglie di rimanere appena sotto la superficie negando spesso, allo spettatore, la possibilità di vivere le angosce e le paure dei protagonisti. Tutto sommato, però, è un film che si lascia guardare senza grosse emozioni.

Voto

Lorenzo, 32 anni, appassionato ed accanito lettore, principalmente riguardo il soprannaturale. Amante dei buoni film e degli scenari horror. Ricercatore e studioso del paranormale.

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