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[Recensione] Pandemic

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Un film che appare quasi profetico se visto in questo 2020. Un esempio di quando la finzione superi di molto la realtà e spesso la anticipi.

La Trama

Il mondo è in balia di una pandemia di cui non si conosce origine né tantomeno cura. Una dottoressa, aiutata da alcuni militari, si recherà a Los Angeles per cercare di salvare il salvabile. Già troppe persone sono morte e l’unica soluzione è trovare un vaccino per curare i superstiti.

L’Analisi

Dopo Contagious ma prima di Patient Zero John Suits ci regala questa pellicola alquanto interessante e per nulla banale se non per alcune scelte scritturali. Il tutto si basa sulla diffusione di un virus mortale che ha già ucciso un sacco di persone ma di cui non esiste ancora una cura e nemmeno l’idea di come fermarlo. Il film viene girato in soggettiva, ossia dal punto di vista dei protagonisti (in questo caso tutte le riprese avvengono attraverso delle telecamere poste sui caschi di militari impegnati in una spedizione scentifica). Troviamo Rachel Nichols (divenuta nota per il suo ruolo in G.J. Joe- La Nascita del Cobra), Pat Haley, Missi Pyle e Alfi Allen che però, purtroppo, non riescono a dare a questo film quel pizzico di brio che non avrebbe guastato. John Suits, senza nulla togliere alla sua bravura come regista, questa volta ha scelto di dare più peso alla quantità che alla qualità in sé. Si nota, a tratti, una mancanza di filo logico e continuativo che, ahimè, spiazza lo spettatore.

Pareri Personali

Una brutta copia di 28 giorni dopo. La voglia di fare bene c’è ma purtroppo manca quello spirito gore che male non avrebbe fatto. Guardare questo film in un 2020 sconvolto dalla pandemia di coronavirus sembra quasi di vedere una profezia di morte a livello mondiale. Spesos la finzione supera la realtà ed in questo caso è la verità. Pur senza esaltazioni o jumping scares John Suits riesce a dare l’idea di ciò che potrebbe essere un mondo infettato. Direi che ci siamo resi benissimo conto di cosa significhi vivere in uno stato di continua emergenza sanitaria ma questo film, purtroppo, non ci può essere molto d’aiuto. Una pellicola da pop corn senza infamia né lode. Gradevole per gli amanti degli zombie e della fantascienza. Se Suits avesse osato un po’ di più sarebbe potuto essere un film davvero interessante, ma purtroppo non l’ha fatto. Ne è così uscito un film mediocre che interessa lo spettatore ma alla fine non rimane in mente. In fondo chi potrebbe arrivare ai livelli di 28 giorni dopo?

 

Voto

 

Lorenzo, 32 anni, appassionato ed accanito lettore, principalmente riguardo il soprannaturale. Amante dei buoni film e degli scenari horror. Ricercatore e studioso del paranormale.

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