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Attentato Terroristico Alle Torri Gemelle Di New York City

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attentato torri gemelle

Una tranquilla mattina newyorchese si trasforma nell’incubo peggiore: due aerei colpiscono il WTC a pochi minuti di distanza.

Il terzo si schianterà a poca distanza dal Pentagono mentre il quarto mancherà fortunatamente l’obiettivo.

11 Settembre 2001

New York. Immaginatevi una mattina come tante. Strade intasate, taxi che suonano, i rider che tagliano la strada, gli uomini d’affari che comprano il NYT o il WSJ. La brezza che entra negli appartamenti, il cielo terso, nessuna nuvola, un sole caldo ma non troppo. Ecco: scordatevelo.

Quel giorno il destino aveva in serbo ben altro per la città di New York. Due aerei si schiantano sulle Torri Gemelle, le Twin Towers, facendole crollare al suolo. Viste da lontano sembrano due candele che prendono fuoco. Urla. Gente che scappa. Non si capisce più nulla. C’è tanta polvere intorno. Fumo ovunque. Gente che si getta dal novantesimo piano per sfuggire alla fiamme. C’è grande caos quel giorno. D’improvviso tutto si ferma. Non ci sono più i taxi che suonano, i rider che corrono, le strade sono intasate, sì, ma piene di cenere e cemento.

Le due torri gemelle non ci sono più. Sono morte a pochi minuti di distanza. Ora, in quel punto, rimane il vuoto. Una voragine che nulla e nessuno potrà mai riempire. I morti sono migliaia, i dispersi non si riescono neppure a contare. Ci sono pezzi di corpi sparsi per miglia e miglia. L’America è colpita al cuore. Il cuore economico e pulsante. In questo luogo hanno perso la vita 2977 persone e ben 6000 sono quelle rimaste ferite.

Il Fatto

L’attacco alle Torri Gemelle di New York è una serie di quattro attacchi suicidi al cuore economico e politico americano. Un gruppo di terroristi appartenenti ad Al-Qaeda sequestrarono e dirottarono quattro aerei da trasposto civile per dirigersi verso le Twin Towers ed il pentagono (il quarto aereo non riuscì, per fortuna, a colpire nessun obiettivo sensibile). I velivoli appartenevano alle due compagnie aeree americane più famose (American Airlines e United Airlines).

Un’ora e quarantadue minuti: questo il tempo bastato ai due aerei (American Airline 11 e United Airliens 175) per far crollare al suolo le Twin Towers. I terroristi erano ben 19 e riuscirono, anche, a far schiantare un terzo aereo (American Airlines 77) contro la sede del Pentagono (del quale crollò la facciata ovest) Il quarto aereo (United Airlines 93) avrebbe dovuto schiantarsi sulla Casa Bianca ma, in seguito ad una rivolta dei passeggeri, si schiantò in un campo in Pennsylvania. Senza nessun tipo di dubbio si pensò subito che fosse opera di un’organizzazione terroristica ben organizzata e con cellule attive anche nella città di New York.

Gli Aerei

Il volo American Airlines 11 partì alle 7.59 dall’aeroporto di Boston. Al suo interno viaggiavano 76 passeggeri, 11 membri dell’equipaggio ed i 5 dirottatori. Alle 8.46 l’aereo si schiantò violentemente contro la Torre Nord. Il secondo aereo, United Airlines 175, partì 15 minuti dopo sempre dallo stesso aeroporto. A bordo viaggiavano 51 passeggeri, 9 membri dello staff e 5 dirottatori. Alle 9.03 venne fatto schiantare contro la Torre Sud. Il volo American Airlines 77 si schiantò alle 9.37 contro la facciata ovest del Pentagono (dopo essere decollato alle 8.20 dall’aeroporto di Washington-Dulles). Il quarto ed ultimo aereo dirottato fu lo United Airlines 93. Dopo essere decollato dell’aeroporto di Newark (NJ) alle 8.42, si schiantò in un campo presso la città di Shanksville. L’obiettivo avrebbe dovuto essere la Casa Bianca o il Campidoglio.

Alcuni passeggeri, tramite l’apparecchio radiotelefonico presente sui voli, tentarono di avvisare di quanto stesse accadendo a bordo. Molti dissero che i dirottatori avrebbero usato dello spray urticante per mettere fuori gioco tutti i membri dell’equipaggio.

Le Vittime

In tutto, escludendo i diciannove dirottatori, le vittime accertate furono 2977: 87 American Airlines 11, 60 United Airlines 175, 59 American Airlines 77 e 40 sul volo United Airlines 93, 2606 a New York e 125 al Pentagono. Nessuno sopravvisse. Nessuno rimase vivo in questo attentato. Ma non morirono solamente i civili. Anche le forze dell’ordine e i soccorritori ebbero le loro perdite: 343 vigili del fuoco, 72 agenti delle forze dell’ordine, 55 militari. 90 paesi persero cittadini in quegli attacchi. La cosa che fa riflettere è che più di 200 persone scelsero di saltare nel vuoto (anche da più di 50 piani) per cercare di sfuggire alle fiamme.

Un “Complotto”?

Ci sono, come sempre in questi casi, delle teorie che sostengono il complotto. C’è chi afferma che alcune autorità politiche e civili fossero a conoscenza di questi attacchi e che non venne fatto nulla per fermarli. Secondo alcuni c’era un interesse economico. Qualcun altro sostiene che gli edifici non crollarono per l’impatto degli aerei ma che vennero fatti implodere mediante esplosivo collocato nelle fondamenta di tali edifici. Ma sono tutte teorie che non hanno né capo né coda.  C’è persino chi afferma che, guardando l’album di Michael Jackson “Blood on the dance floor”, si sarebbe potuto prevenire questo attacco terroristico. Questo album, pubblicato nel 1997 avrebbe, all’interno della copertina, alcuni indizi inequivocabili che, a detta di qualcuno, avrebbero addirittura predetto l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001.

Secondo alcuni seguaci della teoria del complotto in questa copertina ci sarebbero grosse prove che già nel 1997 qualcuno era a conoscenza del futuro attacco terroristico. Le mani di Jackson sarebbero posizionate a segnare l’ora in cui il primo aereo ha colpito la Torre Nord. Le nubi indicherebbero il fumo dei detriti causato dal crollo delle due torri. Sullo sfondo , guardando bene, sempre secondo alcuni, se ne vede solo una (quindi si chiedono dove sia l’altra e se il fumo sia la causa del suo crollo). La fase lunare disegnata sulla copertina sarebbe la stessa in cui si sarebbe trovata l’11 settembre 2001. C’è chi si azzarda a dividere il titolo (HISTORY) in His e Tory, cioè il suo toro (azzardando che si riferisse ad un possibile attacco a Wall Street dato che il toro ne è un suo simbolo). Per fortuna sono solo teorie.

Conclusione

Di questo fattaccio rimane la memoria. Di chi è rimasto. Coloro che sono riusciti a salvarsi. Di chi avrebbe dovuto essere al lavoro quel giorno ma che, per un caso del destino, era rimasto bloccato nel traffico, o aveva la febbre, oppure era in ritardo.

Fatti come questo non si dimenticano e non è facile ripartire. Ma la città di New York e l’America tutta, ce l’hanno fatta. Non ci sono teorie che tengano.

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