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Alleghe Alleghe

Serial Killers

Gli omicidi di Alleghe. Coincidenze o serial killer?

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Alleghe. Un paesino delle Alpi bellunesi viene scosso da quattro omicidi sospetti

La vicenda e la prima morte sospetta

Siamo sui monti bellunesi, precisamente nella cittadina di Alleghe. Nel 1933 e nel 1946 alcune morti sospette turbano la pace di questo borgo incastrato fra i monti. In un giorno di maggio verso la metà degli anni ’30 del secolo scorso la cameriera di un hotel viene trovata morta con la gola recisa quasi sicuramente da un colpo secco di rasoio. Secondo il medico del paese si tratta di suicidio. Una lettera ritrovata confermerebbe questa pista Abbandonata dall’amato spasimante e per nulla felice della sua faticosa vita da cameriera avrebbe deciso di farla finita.

La seconda morte sospetta

Il tempo trascorre tranquillo ad Alleghe. Almeno fino a quando, qualche mese dopo, in un lago semi ghiacciato viene ritrovato il corpo di un’altra giovane donna, tale Carolina Finazzer, moglie di uno dei figli del proprietario del Centrale, Aldo Da Tos. Marito e moglie avevano appena fatto ritorno al paese dopo un viaggio di nozze in cui avevano toccato le maggiori città d’arte. Dopo una breve e frettolosa indagine, anche questo ritrovamento viene classificato come suicidio. Il medico legale lo conferma ed, essendo in piena dittatura fascista, il segretario del Fascio locale, riesce a zittire la famiglia di Carolina che aveva chiesto maggiori e più accurate indagini.

La terza morte sospetta

Nel novembre del 1946 un’altra coppia viene uccisa a colpi di pistola (si tratta dei titolari della panetteria, Luigi e Luigina Del Monego). In poco più di dieci anni ad Alleghe, avvengono ben quattro morti sospette e misteriose. Il paese non è molto grande e le varie voci si rincorrono nei vicoli montani, nelle case, nei bar, nei luoghi di ritrovo, a messa. Corrono così tanto che Alleghe si merita il soprannome di “Montelepre del Nord” (Montelepre era il luogo di azione del Bandito Giuliano). I turisti iniziano a scarseggiare, sicuramente spaventati da ciò che leggono sui giornali. Per la morte dei coniugi Del Monego viene arrestato ed accusato lo scemo del villaggio, ma per mancanza di evidenti prove viene rimesso presto in libertà. La polizia sembra aver perso interesse per i casi di omicidio. La giustificazione potrebbe essere l’ampia circolazione di armi dovuta alla guerra.

Il giornalista e le indagini

In tutto questo marasma ecco spuntare uno scrittore: Sergio Saviane. Intenzionato a fare luce su quanto accaduto e visto il suo passato giovanile ad Alleghe, decide di sua iniziativa di cercare di arrivare al bandolo della matassa, che negli anni si è fatta sempre più intricata. Saviane conosceva bene i coniugi Del Monego e la loro morte accende in lui il lume del sospetto. Che fossero a conoscenza di alcuni segreti che andavano tenuti nascosti? Oppure la loro morte era legata a doppio filo con quella delle due ragazze?

Secondo le ipotesi più accreditate sembrerebbe che i due avessero visto qualcosa che non avrebbero dovuto vedere e che, per questo, era necessario chiudere loro la bocca per sempre. Pare che, la notte in cui Carolina trovò la morte, i Del Monego avessero sentito dei passi pesanti di qualcuno che si dirigeva in modo furtivo in direzione del lago poco lontano dal Centrale. Forse proprio questa visione potrebbe essere la causa scatenante del loro omicidio.

Il retroscena da brividi

Tutto sembra essere passato in sordina e per un po’ di tempo ad Alleghe non si parla più di questa scia di sangue. Ma nel 1953 i carabinieri decidono di riaprire le indagini ed arrestano la famiglia Da Tos, incriminandoli quasi al completo. Nel 1960 inizia il processo nel corso del quale vengono alla luce segreti e altarini degni di un film horror di ottima fattura: i Del Monego sarebbero stato uccisi perché sarebbero stati testimoni dell’omicidio di Carolina; quest’ultima uccisa perché testimone dell’omicidio della cameriera.

Il figlio illegittimo e l’eredità

Ma ci sarebbe di più: si tratterebbe di una storia iniziata molto tempo prima. Si racconta che un figlio illegittimo della signora Da Tos avesse preteso la sua quota di eredità dell’albergo. Il marito, Fiore Da Tos, probabilmente per liberarsi di un problema, lo avrebbe ucciso e successivamente fatto a pezzi (la mano del ragazzo verrà ritrovata qualche mese dopo in mezzo alle frattaglie della macelleria di famiglia).

Il Da Tos, uomo dispotico, che aveva sposato la moglie solamente perché figlia dei proprietari dell’albergo, era ossessionato dal pensiero di perdere tutto e quando si è visto arrivare in casa quel giovanotto, che avrebbe potuto togliergli da sotto il naso una buona parte di patrimonio, di roba sua, non ha esitato e l’ha letteralmente tolto di mezzo. Per quasi un quarto di secolo il Da Tos era riuscito a tenere nell’omertà un intero paese trasformando, anche, i tutti i suoi familiari in criminali.

La politica complice

Un ruolo importante lo ebbe anche, e soprattutto, il segretario del Fascio di Alleghe. Quasi certamente copre i colpevoli e intimorisce (o aiuta coloro che intimidiscono) i testimoni affinché non mettano in difficoltà una famiglia facoltosa e conosciuta come i Da Tos. Nonostante tutto ciò questo soggetto riuscì a farla franca uscendo dalla vicenda pulito e immacolato dal processo del 1960.

La conclusione

Certe ferite possano rimanere aperte per decenni prima di essere curate. Alleghe, un paesino di poco più di cento anime, ha visto sconvolta la sua tranquillità da quattro morti. Nonostante i colpevoli siano stati quasi tutti condannati, questa storia ha segnato per mezzo secolo il paesino sui monti bellunesi. Potrebbe essere stata la stessa mano che uccise tutte quelle persone. Chi può dirlo. Le nebbie del tempo nascondono troppo spesso la verità e chi vuole dissipare i dubbi deve avere il coraggio di addentrarsi in antri sconosciuti e poco frequentati.

Lorenzo, 32 anni, appassionato ed accanito lettore, principalmente riguardo il soprannaturale. Amante dei buoni film e degli scenari horror. Ricercatore e studioso del paranormale.

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