storie horror
LA FAMIGLIA AMMONS E LA CASA DEI DEMONI
Quello di cui sto per parlarvi è una storia di possessione-vessazione veramente singolare. Viene dall’Indiana, ed è stata corroborata dalla testimonianza e dalla presenza di persino una fotografia insieme alle parole della polizia e di altri funzionari della sanità, dottori e infermieri.
Nel novembre del 2011 la famiglia Ammons – nonna, madre e tre bambini – si trasferì in una casa d’affitto a Caroline Street a Gary, una strada tranquilla con piccole case a un piano. Tutto cominciò con le mosche. Grosse mosche nere a sciami, riempivano il loro portico, a dispetto della rete. “Non è normale” pensarono; fra l’altro era dicembre, faceva freddo, un tempo non favorevole. E più ne uccidevano, più ne arrivavano. E poi dopo mezzanotte si sentivano passi pesanti che salivano dal pianoterreno, e lo scricchiolio della porta fra pianoterreno e cucina. Ma non c’era nessuno. E il fenomeno continuò anche dopo che chiusero la porta a chiave. Rosa Campbell, la madre di Latoya Ammons, si sveglio una notte e vide una figura maschile camminare nel soggiorno. Saltò giù dal letto, ma non c’era nessuno: solo grandi impronte umide di scarpe.
Il 10 marzo 2012 il disagio si trasformò in paura. Erano le due di notte. Campbell e Ammons stavano in casa con un gruppo di amici, ricordando una persona cara che era appena scomparsa. Ammons entrò nella camera da letto di sua madre, e cominciò a gridare. Accorsero e videro che la figlia di dodici anni stava levitando, inconscia, sopra il letto. Tutti cominciarono a pregare intorno a lei, terrorizzati. Dopo qualche tempo la ragazzina scese. Quando si svegliò, non ricordava nulla. Gli amici che erano con loro quella sera non tornarono più a trovarle.
Campbell e Ammons chiesero consiglio e aiuto alle chiese del posto, ma la maggior parte rifiutarono di ascoltarle. Alla fine si rivolsero a due chiaroveggenti che dissero che la loro casa era assediata da più di duecento demoni. Dopo pochi giorni le cose volsero al peggio. La famiglia sostiene di essere stata posseduta – Ammons, e i tre figli, allora di 7, 9 e 12 anni. Gli occhi dei bambini diventavano protuberanti, sorrisi maligni apparivano sul volto, e le loro voci diventavano profonde. Ammons dice che si sentiva la testa leggera e calda, quando era posseduta. Il corpo si scuoteva e non riusciva a controllarlo. Il piccolo – 7 anni – parlava seduto in uno stanzino a qualcuno che nessun altro poteva. Una volta volò fuori dal bagno come se qualcuno l’avesse buttato fuori. La ragazzina di 12 anni ha raccontato agli psicologi che si sentiva come se stesse soffocando e tenuta bloccata, così che non potesse muoversi o parlare. Dice di aver sentito una voce dirle che non avrebbe mai più rivisto la sua famiglia, e sarebbe morta entro venti minuti. Certe notti furono così tremende che la famiglia andò a dormire in un hotel. E alla fine la famiglia si rivolse al medico di casa, il dott. Geoffrey Onyeukwu. Era il 19 aprile 2012. “In vent’anni – ha detto il medico allo Star – non mi è mai accaduto niente di simile. Quando sono entrato in casa ho avuto paura”.
I bambini maledirono il medico con voci innaturali, gridando. Il più piccolo, dice un rapporto medico “fu sollevato e buttato contro il muro senza che nessuno lo toccasse”. I bambini all’improvviso persero conoscenza, e non rinvenivano. Qualcuno telefonò per chiedere aiuto; il dottore dice che si presentarono sei o sette agenti, e diverse ambulanze. I bambini furono portati all’ospedale Metodista. Ripresero conoscenza; quello di 9 anni agiva razionalmente, ma il più piccolo gridava e si agitava furiosamente. Ci vollero cinque uomini per tenerlo fermo.
Nel frattempo fu interessato anche il DCS, nel caso che iI bambini fossero maltrattati o trascurati dalla famiglia, e nel caso che la madre, Ammons, avesse problemi mentali. Valerie Washington era la funzionaria che si occupò del caso, e visitò la famiglia in ospedale. Mentre parlava con la madre, il piccolo cominciò a ringhiare, mostrando i denti, e le pupille scomparvero, gli occhi mostravano solo il bianco. Poi serrò le mani intorno al collo del fratello maggiore e si rifiutò di lasciare la presa finché gli adulti non gli staccarono le mani dal collo. Più tardi la Washington e un infermiera, Willie Lee Walker, portarono i due bambini in una stanzetta per parlare con loro. Il piccolo cominciò di nuovo a ringhiare verso il fratello, e disse in una voce profonda, innaturale: “E’ tempo di morire, ti ucciderò”. Nel frattempo il maggiore cominciò a dare testate nella pancia della nonna, Campbell.
Subito dopo accadde qualcosa di straordinario. Scrive Washington nel suo rapporto al DCS, ed è confermato da Walker, l’infermiera, che il bambino di 9 anni, con un sorriso strano sul volto cominciò a camminare all’indietro su un muro fino al soffitto e poi saltò sopra sua nonna, atterrando sui piedi. “Ha camminato sul muro, ha fatto un salto ed è cascato in piedi. Non c’è nessun modo in cui avrebbe potuto farlo” ha detto Walker allo Star. E non si è trattato di un’acrobazia. Washington ha detto alla polizia che il bambino “è scivolato sul pavimento, sul muro e sul soffitto”. Le due donne – l’assistente sociale e l’infermiera – sono corse via dalla stanza, terrorizzate. “Non sapevamo che cosa stesse accadendo. Era pazzesco”. Subito dopo il bambino non ricordava niente dell’accaduto.
Fu deciso dal DCS che i bambini fossero separati dalla madre in via precauzionale. Tutti – dice Ammons – piansero molto. Non volevano separarsi. Nel frattempo il cappellano dell’ospedale chiamò – il 20 aprile 2012 – don Michael Maginot, della parrocchia di St. Stephen – chiedendogli di praticare un esorcismo sul figlio di 9 anni. Maginot si offrì di incontrarsi con la famiglia qualche giorno più tardi. Vide prima madre e nonna, e durante l’incontro accaddero cose strane. Una luce nel bagno si accendeva e si spegneva senza motivo; un tenda si muoveva senza vento; sul pavimento della stanza apparivano impronte umide. Maginot si fermò quattro ore nella casa, e ne uscì convinto che la famiglia fosse tormentata dai demoni. Pensò anche che vi fossero fantasmi, nella casa. E consigliò le due donne di andare altrove. E infatti andarono ad abitare da parenti.
Una settimana più tardi le due donne e Washington, l’assistente sociale, dovettero tornare nella casa per una verifica richiesta dal DCS sulle condizioni di vita dei bambini. Washington chiese a un funzionario di polizia di accompagnarlo, e altri due agenti si unirono al gruppo. Ammons, la madre, non volle entrare; la nonna sì. Strane cose accaddero. Il pavimento di cemento era rotto, come se qualcuno l’avesse sradicato. Il registratore di uno degli agenti smise di funzionare, anche se le pile erano nuove. Un altro agente fece funzionare il suo, e quando lo riaccese più tardi sentì una voce sconosciuta che sussurrava “hey”, secondo il rapporto della polizia di Lake County. L’agente prese delle foto della casa, prima di entrare. In una delle foto appare una bianca immagine nebulosa. E l’ingrandimento fatto dalla polizia sembra rivelare una seconda figura, femminile, sullo sfondo. Un altro agente prese foto con il cellulare: anche in esse apparivano strane silhouette. Altre cose strane accaddero agli agenti, che tralasciamo per brevità.
Nel frattempo i bambini e Ammosn venivano sottoposti a visite psichiatriche di ogni genere, senza che apparisse nulla di particolare. E nel frattempo la polizia continuava indagare. In un’altra visita era presente anche don Maginot, e un’altra assistente sociale del DCS, Samantha Ilic. La sua collega, Washington, si era rifiutata di andare nella casa.
Questa visita fu segnata dagli strani liquidi. Ilic ha toccato del liquido che gocciolava nel pianoterreno, una sostanza strana e sconosciuta. Altro liquido oleoso gocciolava dalle veneziane, senza che si capisse da dove proveniva. Un agente lo asciugò, poi chiuse la la stanza a chiave e vi torno mezz’ora più tardi. L’olio aveva ripreso gocciolare.
A quel punto don Maginot era convinto che ci si trovasse di fronte a una manifestazione demoniaca, e scrisse al vescovo, mons. Dale Melczek per avere il permesso di celebrare un esorcismo. Maginot dice che in 21 anni come vescovo di Gary Meclzek non aveva mai autorizzato un esorcismo. E inizialmente la richiesta non fu accolta, e a Maginot fu consigliato di mettersi in contatto con altri sacerdoti che aveva esperienza di esorcismi.
Quello stesso giorno però Maginot celebrò un esorcismo minore – che non necessita di autorizzazione episcopale – su Ammons. Erano presenti due agenti, e Ilic, l’assistente sociale. Per due ore, dice Ilic “avemmo la sensazione che qualcuno fosse nella stanza con noi, sentivamo come un respiro sul collo”. Lo Star riporta i dettagli dell’esorcismo, che per brevità dobbiamo tralasciare. Infine Maginot ebbe il permesso dal vescovo e eseguì l’esorcismo maggiore, due volte in inglese e una volta in latino. Ammons disse che durante l’esorcismo pregava, finché non divenne troppo doloroso. Sentiva come se qualcosa dentro cercasse di resistere, e di dare dolore allo stesso tempo.
Un dolore diverso da quello naturale, ma intenso come il parto. Dopo il terzo esorcismo Ammons non ha avuto più problemi; la famiglia si è trasferita a Indianapolis, e vive tranquillamente. La vecchia casa di Carolina Street è diventata un oggetto locale di curiosità. E il nuovo affittuario non ha avuto nessun problema.
FONTE: LA STAMPA