Difficile dirlo con certezza. Il cannibalismo non era una grossa novità nella Scozia medievale, specialmente durante il XIV° – XV° secolo, ma se anche la storia di Bean fosse vera, pare difficile che una famiglia di 50 membri in grado di uccidere oltre 1.000 persone sia potuta rimanere nell’oscurità per più di 25 anni.
I documenti del tempo non citano alcuna scomparsa di centinaia di persone nell’area in cui i Bean avrebbero commesso le loro atrocità. La storia, inoltre, è apparsa per la prima volta nei “chapbooks”, riviste di pettegolezzi e voci spesso utilizzate per fare propaganda contro oppositori politici o religiosi.
Questo ha fatto sorgere il dubbio che la storia di Bean fosse stata montata per la propaganda contro gli scozzesi e la ribellione giacobita, ma la storia di questa famiglia di cannibali ha molti aspetti in comune con quella di un altro leggendario cannibale scozzese, Christie Cleek, le cui imprese pare siano ben documentate da fonti del XV° secolo.
Christie Cleek fu un macellaio scozzese che durante la grande carestia del suo secolo iniziò a macellare i corpi dei compagni morti per fame. I sopravvissuti iniziarono a sviluppare un certo gusto per la carne umana, iniziando ad aggredire i viaggiatori e cavalli per nutrirsi.
Secondo le fonti dell’epoca, Christie e i suoi amici cannibali avrebbero ucciso circa 30 persone, molte meno di quante ne avrebbero uccise Bean e famiglia, ma nell’arco di 60-70 anni le leggende tendono ad ingigantirsi, oltre a cambiare nomi e vicende.
Vera o no, la storia di Bean è entrata nel folklore locale, e a distanza di secoli continua ad alimentare la fantasia umana fornendo spunti a libri e film.
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