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Leggende Metropolitane più spaventose da tutto il mondo.

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 Scopriamo insieme alcune delle leggende metropolitane più spaventose da tutto il mondo. Vi promettiamo una cosa, dopo questo articolo non chiuderete occhio…

Episodi accaduti realmente o racconti frutto della fantasia popolare? Si dice che le leggende metropolitane siano storie vere, nate e diffuse nella civiltà contemporanea, tramandate oralmente e dal contenuto inquietante e quasi inverosimile. In ogni caso, queste leggende esistono in tutto il mondo. Cercando in rete ho raccolto le 15 più spaventose.

 La Morte Bianca

In Scozia una leggenda narra del suicidio di una bimba molto piccola. Nei giorni a seguire dalla morte della piccola, le gambe e le braccia dei membri della sua famiglia iniziarono a consumarsi e a lacerarsi. Per questo motivo alcuni credono ancora oggi che la bambina dia la caccia a chiunque la nomini andando a bussare alla loro porta per rompere loro le gambe, perché non vuole che nessuno la ricordi o sappia della sua esistenza.

 La porta dell’inferno

Il fatto sarebbe accaduto in Siberia, dove uno scienziato Russo avrebbe effettuato una perforazione nel terreno così profonda, che, calando un microfono al suo interno avrebbe sentito le voci e le urla dei dannati. La registrazione sarebbe stata fatta a una profondità di 9 miglia, ossia a poco più di 14 km. Il Dr. Azzacove raccontò così la sua spedizione: “La perforatrice all’improvviso cominciò a rotare velocemente, indicando che avevamo raggiunto una grossa caverna o cavità vuota. I sensori della temperatura mostrarono un drammatico aumento di calore fino a 2.000 gradi Fahrenheit. Noi calammo giù lungo il condotto un microfono, designato a rivelare i rumori dei movimenti della piastra. Ma invece dei movimenti della piastra, sentimmo una voce umana gridare dal dolore. Inizialmente pensammo che il suono proveniva dalla nostra attrezzatura. Ma quando facemmo degli adattamenti, furono confermati i nostri peggiori sospetti. Gli urli non erano quelli di un singolo essere umano, essi erano gli urli di milioni di esseri umani”.

 Tiyanak

Il Tiyanak è una creatura vampirica nata dai racconti della mitologia filippina che ha le sembianze di un bambino appena nato. Si narra che questa creatura pianga nella foresta per attirare i visitatori incauti. La leggenda nacque da un racconto locale nel quale una coppia di giovani sposi filippini, durante una sera d’estate, si avventurò in un bosco vicino al loro villaggio. Mentre camminavano vicino ad un ruscello, sentirono il pianto inconsolabile di un neonato nelle vicinanze. Si incamminarono in direzione delle grida e videro un bambino adagiato vicino ad un albero. L’uomo si avvicinò a lui per prenderlo in braccio ma, una volta arrivato vicino, le urla si trasformano in grida spettrali e demoniache  e il piccolo mostrò il suo vero volto: un demone famelico dalle forme vampiriche che si lanciò contro l’uomo e gli divorò la testa con le sue enormi zanne. La donna riuscì a fuggire e tornò al villaggio a chiedere l’aiuto degli abitanti. Un prete si avvicinò e le svelò il terribile segreto: quello che aveva ucciso suo marito era un Tiyanak: lo spettro dei bambini non battezzati che una volta morti restano vincolati alla terra sotto forma di creatura famelica. Il loro pianto serve ad ingannare i visitatori e ad attirarli verso di sé, pronti a cibarsi delle loro interiora.

 Il soldato greco

Un soldato greco, dopo la Seconda Guerra Mondiale, era di ritorno in patria con il buon proposito di sposare la sua fidanzata. Disgraziatamente fu catturato da dei connazionali con idee politiche sovversive, torturato per cinque settimane, e finalmente ucciso. Agli inizi degli anni ’50, specialmente nel Nord e nel Centro della Grecia, circolavano storie su un avvenente soldato Greco in uniforme, il quale appariva e scompariva di notte, seducendo belle vedove e ragazze vergini al solo scopo di ingravidarle.

Cinque settimane dopo che i bambini fossero nati, l’uomo sarebbe scomparso lasciando una lettera nella quale spiegava che lui sarebbe ritornato dalla morte solamente per spargere il suo seme affinché i suoi figli possano un giorno vendicare il suo assassinio.

 Kuchisake-Onna

Si dice che centinaia di anni fa in Giappone vivesse una donna bellissima, moglie di un Samurai troppo geloso. Il Samurai aveva costantemente paura di essere tradito dalla moglie, la cui bellezza era da tutti riconosciuta. Così, in una notte di rabbia egli le si avventò sopra e le squarciò la bocca da un orecchio all’altro. Oggi Kuchisake-Onna gira con una maschera chedendo agli uomini che incontra se pensino che lei sia bella. Dopo la risposta, la donna si toglie la maschera, mostra il suo viso sfigurato e uccide il malcapitato.

 La fidanzata assiste al suicidio del suo ragazzo

Questa leggenda narra di una coppia che si apparta in auto per avere qualche momento di intimità. La coppia è seduta in auto, quando il ragazzo esce un attimo per fare pipì. Passano 5 minuti, ma il ragazzo non ritorna. Lei sente solo dei rumori molto strani, come se qualcosa stesse colpendo la macchina. In panico, la ragazza prende il posto di guida e tenta di andarsene ma non ci riesce, così scende e scopre che la macchina è stata legata da una corda nel retro. I rumori strani? Provengono dal ragazzo che sbatte contro la macchina e che ormai pende impiccato.

 Polybius

Polybius è il videogioco protagonista di questa leggenda metropolitana, creato dalla presunta casa Sinneslöschen negli anni ’80. Questo videogame causava ai suoi giocatori moltissimi disturbi come epilessia, amnesia, incubi e mancanza di interesse rispetto a tutti gli altri videogiochi. Un mese dopo la sua distribuzione, si racconta che tutte le macchinette sarebbero state fatte sparire senza lasciare alcuna traccia.

 Candle Cove

Questa leggenda nasce sul social Reddit, dove gli utenti hanno parlato di un cartone animato andato in onda negli anni ’70 di cui non si trova più alcuna notizia. Uno dei personaggi era Percy il Pirata, costruito con diversi pezzi di bambole. Il mistero sta nel fatto che questo programma pare non sia mai esisto e non sia mai stato trasmesso.

 La Volga nera

La protagonista di questa storia è una Volga nera, macchina molto in uso a Varsavia nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale. La storia racconta della scomparsa di moltissime persone su questa limousine tra il 1960 e il 1970. A sparire nella Volga nera sarebbero state soprattutto ragazze giovani e belle, rapite per diventare giocattoli sessuali dei Soviet, o anche bambini il cui sangue sano sarebbe servito per curare gli occidentali o gli arabi ricchi malati di leucemia (o i cui organi sarebbero stati trafficati). L’auto pare fosse guidata da preti, suore, vampiri o addirittura dal diavolo in persona.

 Capelli perfetti

Questa leggenda metropolitana racconta di una donna che voleva mantenere perfetti i suoi capelli anche durante la notte. Per fare questo, una sera si lavò i capelli con acqua e zucchero e li lasciò avvolti in un’asciugamano. Il giorno successivo, però, non si svegliò più. Chi andò a controllare l’avvenuta morte, tolse l’asciugamano dalla testa della signora e vi trovò un nido di ratti intento a mangiarle la testa.

 Il Doberman soffocato

In Australia, marito e moglie tornano a casa dopo essere usciti e scoprono che il loro Doberman si sta soffocando con qualcosa. Così la donna porta subito il cane dal veterinario e poi raggiunge di nuovo il marito a casa. Subito dopo la coppia riceve la chiamata dal veterinario: “Lasciate immediatamente la vostra casa!”. Il cane si era soffocato con un dito umano, quello di un ladro scoperto solo più tardi.

 Fortunato Zanfretta

Fortunato Zanfretta è un uomo italiano presunta vittima di rapimenti alieni. Questi alieni si chiamerebbero Dargos e verrebbero da un pianeta della terza galassia, chiamato Titania. Il loro aspetto ricorderebbe quello dei rettili: pelle verde e increspata, alti quasi tre metri, grandi punte sulla testa e occhi triangolari gialli. Questo signore sostiene di aver avuto undici incontri di tipo ravvicinato con queste creature durante il suo servizio di vigilanza notturna.

 Omicidio nel College

Secondo questa leggenda una ragazza del college decide di non stare nella stanza del suo dormitorio a studiare, ma di uscire per andare ad una festa. Al suo ritorno pensa bene di non accendere la luce per non svegliare la sua compagna di stanza e si mette a letto silenziosamente. Il mattino successivo, una volta sveglia, scopre che l’amica è stata assassinata e sul muro si legge una scritta fatta col sangue: “Non sei felice di non aver acceso la luce?”

 Autostoppista fantasma

Il racconto è quello di un camionista che nel pieno di una notte piovosa si accorge di una bellissima ragazza che sta facendo l’autostop. Così, intenerito dal suo viso angelico, la fa salire sul camion per proteggerla dal mal tempo e accompagnarla dove desidera. Non appena la ragazza sale, la pioggia smette di battere e si fa più lieve, ma un banco di nebbia fitta appare sulla strada, dando scarsa visibilità. In un punto non troppo definito, la ragazza invita il camionista a fermarsi perché quella è la sua destinazione, ma dimentica la sua felpa sul camion. Dapprima indeciso sul da farsi, l’autista scende per restituirgliela e scopre un cimitero: vi entra e scorge su una lapide la foto della ragazza, morta già molto tempo prima.

 La bambina dei biscotti

La vicenda si svolge in un campo Scout, dove per diversi giorni una bambina va a trovare i ragazzi dell’accampamento chiedendo dei biscotti. La bambina è vestita sempre di bianco e ben presto fa amicizia con tutti i giovani. Dopo una settimana i capi scout decidono di scendere in paese per rifornirsi di cibo e bevande. Proprio mentre sono al supermercato, si accorgono che dietro al bancone è appesa alla parete la foto di una bimba identica alla loro amica dei biscotti. Così i ragazzi domandano al proprietario se si tratta di sua figlia: “Sa, viene sempre da noi a mangiare biscotti”. Ma il negoziante si incupisce e con voce triste dice che è impossibile: la figlia è morta sette anni prima.

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La mia passione per gli horror e il paranormale nasce dal profondo trauma psicologico che ho ricevuto da bambino, guardando The Ring. Da questo trauma è nata la pagina Instagram SoloHorror, di cui sono amministratore unico.

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