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La Magia Nera: Una Pratica Ripudiata Quanto Discussa

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La filosofia occulta e la Magia Nera hanno sempre fatto parte del mondo e dell’uomo. Esiste un mondo invisibile e molti uomini hanno provato ad entrarci in contatto. Il principale e più conosciuto (e praticato) è, appunto, la Magia Nera.

La Magia Nera

Non ci sono precise definizioni riguardo la Magia Nera perché non esistono delle nette distinzioni fra i vari tipi di magia, ma tutto dipende dall’utilizzo che viene fatto della Magia in sé. Da sempre associata all’occultismo, la Magia Nera ha fatto parte dei più oscuri culti dell’umanità. Veniva principalmente utilizzata dai cosiddetti maghi per ricevere un vantaggio evocando ed invocando entità negative e nefaste. All’interno della Magia Nera è possibile, seppur con le dovute cautele, inserire tutto ciò che riguarda il satanismo, la stregoneria e la demonologia.

Il primo tentativo sistematico di costringere gli abitanti del mondo invisibile ad apparire all’uomo fu compiuto dalla goezia (dal greco goè, che significa urlo), ossia l’arte di evocare i demoni. Questa pratica era utilizzata dagli spiriti tormentati e, quasi sempre, per fini malvagi. Spesso altro non era se non l’ultimo porto, l’ultimo rifugio di persone disperate che nella vita non possedevano nulla o di avventurieri avidi e assetati di ricchezze e di potere che sceglievano di consacrarsi interamente al diavolo.

Esistono ben trentotto condizioni necessarie per poter praticare al meglio questa antica arte. Alcune delle tante regole affermano che l’officiante (o l’adepto) debba avere un’età compresa tra i 25 ed i 50 anni, che non mangi mai carne né faccia mai la siesta, che non utilizzi mai parole di cui non sa il significato, che si mantenga il più possibile puro e lontano dalla tentazioni della carne (talmente puro da dover rifiutare di condividere il letto con la moglie durante il periodo mestruale, per evitare di diventare impuro e, quindi, indegno a praticare l’arte).

La Teoria

La Magia Nera veniva praticata principalmente dai maghi (e non dagli stregoni). La maggior parte dei filosofi occulti non si interessava alla Magia Nera perché non credevano al Diavolo o, comunque, non avevano quella visione rozza e superficiale dei maghi, cosiddetti, minori. Chiunque ricorreva all’evocazione di un demone erano, quasi sempre, individui ossessionati dalla paura, i quali utilizzavano precauzioni di ogni genere.

Si riteneva che con l’evocazione di un demone si potessero risolvere una gran mole di problemi e superare qualsiasi difficoltà. Qualcuno voleva vincere una battaglia? Si recava da un mago e gli chiedeva di utilizzare il suo potere magico affinché l’esito della suddetta battaglia volgesse a favore del richiedente. Ma non sempre le richieste erano accolte: non tutti i maghi si sentivano all’altezza di evocare o invocare un demone anche perché le “controindicazioni” erano, spesso, più pericolose e deleterie dell’evocazione in sé.

La Pratica

Ogni cerimonia di evocazione doveva seguire dei precisi canoni e direttive. Innanzitutto il luogo prescelto doveva assolutamente essere isolato (possibilmente un cimitero o, al massimo, una piazza in cui era avvenuto un omicidio). Il vestiario e gli oggetti necessari alla cerimonia erano una parte integrante e fondamentale del rito.

Il celebrante, detto anche officiante, vestiva una tunica nera lunga fino ai piedi senza maniche né cuciture. Indossava un copricapo in bronzo con incisioni della Luna, Saturno e Venere ed in mano teneva una bacchetta di nocciolo.
Il ramo di nocciolo avrebbe dovuto necessariamente essere staccato dall’albero nel giorno di mercoledì in un lasso di tempo che andava dalle 23 a mezzanotte; poi il ramo avrebbe dovuto essere “caricato” e consacrato con particolari e precise formule e riti. In cima ramo vi erano incise tutte le lettere che andavano a formare il nome di Jahvè in ebraico (il famoso Tetragramma) mentre, sulla parte opposta si poteva trovare la parola Agla (un acrostico che comprendeva le parole Aieth Gadol Leolam Adonai, che significa Adonai sarà grande per l’eternità).

Utilizzando, poi, un carbone precedentemente benedetto l’officiante disegnava sul terreno tre cerchi tracciandovi all’interno delle forme che richiamavano la forma della croce (ad indicare i quattro punti cardinali). All’interno di questo “cerchio magico” il mago sarebbe stato, in un certo senso, protetto da eventuali aggressioni di creature paranormali.

La cosa singolare è che, qualora un demone fosse stato toccato dalla bacchetta, sarebbe stato costretto ad entrare nel cerchio e ad obbedire ciecamente al mago e, di conseguenza, avrebbe potuto riacquistare la propria libertà solo sotto precisa concessione di quest’ultimo.

Attirare i Demoni

Il mago utilizzava molti modi per attirare a sé i demoni. Poteva scrivere le loro segnature (principalmente lettere sacre, pentacoli o, all’occorrenza, figure geometriche) all’esterno del cerchio. Era consigliato scrivere i nomi degli angeli attorno al cerchio esterno: l’angelo dell’ora (si crede esista un angelo per ogni ora del giorno e della notte) e l’angelo della stagione erano i più utilizzati. Fatto ciò il mago veniva avvolto da dalle cosiddette “fumigazioni di Saturno” perché si credeva che i demoni amassero gli odori malefici.

Questo tipo di fumo si otteneva bruciando zolfo, assafetida, allume e scamonea. Un’altra cosa da cui sono attirati gli spiriti nefasti è il sangue; l’officiante sacrificava (come avveniva nei culti ebraici all’interno del Tempio) un animale specifico (un cane, un gatto oppure un gallo) il cui sangue veniva poi lasciato sgocciolare completamente dal corpo. Il sangue, a sua volta, riempiva un recipiente di rame, per poi venire usato per gli scopi del rito.

Un’altra tecnica utilizzata per avere visioni mistiche e contatti soprannaturali era il cosiddetto linimento odoroso ossia l’applicazione sulla pelle di alcuni oli (tra cui la belladonna, le foglie di pioppo, i fiori di aconito e dulcamara). Questi unguenti avrebbero avuto il compito di richiamare sia gli spiriti maligni che gli angeli. Dopo ciò veniva pronunciata una formula ben specifica.

Spesso, però, i riti non andavano a buon fine e la colpa ricadeva sul mago o sull’officiante che non era stato in grado di portarlo a termine. Per cui, a volte, si tentava di nuovo e, a questo punto, anche con alcuni incidenti di percorso, si veniva persuasi che l’evocazione avesse funzionato. Ma non vi era mai la certezza.

I Grimori

Esistono molti testi che descrivono le regole della goezia ma sono tutti anonimi o apocrifi. Il più famoso è, senza ombra di dubbio, la Clavicula Salomonis, scritto direttamente da Re Salomone. Il libro sarebbe, invece, stato scritto nell’area bizantina, quindi molto lontano dalla Giudea. Questo testo ebbe una grane diffusione all’inizio del XII secolo. Circolava in versioni manoscritte con testo in latino. Un altro testo esoterico attribuito a Salomone è il Vinculum Spirituum che si diceva contenesse esorcismi talmente forti che nessun demone avrebbe potuto resistere.

Molti Grimori come, giusto per citarne un paio, Le Dragon rouge e De Occulta philosophia, si sono rivelati dei falsi. Uno dei pochi, se non l’unico, grimorio riconosciuto come attendibile è La sexte essence dialectique et potentielle, datato 1511 e stampato a Parigi che veniva consigliato come lettura a chiunque fosse stato appassionato di esoterismo ambiguo. Un altro grimorio ritenuto affidabile viene attribuito al conte de Saint-Germain, dal titolo La sacrée Magie que Dieu donna à Moyse. Si pensa che sia la traduzione di un libro scritto in ebraico in cui l’autore rivelava i segreti della magia che aveva appreso dal mago Abramelino

Pregiudizi E Falsità

Si ritiene, sbagliando, che tutti i cosiddetti adepti o conoscitori dell’esoterismo siano servi del demonio o adoratori della Bestia e del Diavolo. Ma, a ben vedere, tutti i maghi e gli stregoni erano poco avvezzi ad allontanarsi dalla religione e dalla Fede. La maggior parte dei maghi ordinavano alle entità negative di obbedire in nome di Gesù Cristo, della Santa Vergine e di in nome di Dio.

Una delle formule più utilizzate era la seguente “Io (nome) ti scongiuro, spirito (nome dello spirito) in nome del grande Dio vivente, di apparirmi con le sembianze di (si dicevano quali); in caso contrario, l’arcangelo Michele, invisibile, ti colpirà con la folgore nel più profondo degli inferi; vieni dunque (nome dello spirito), vieni, vieni, vieni, per attuare tutti i miei voleri” (Collin De Plancy, Doctionarre des sciences occultes, Paris, 1846).

La Conclusione Del Rito

Dopo la conclusione di qualsiasi rito era vivamente consigliato di celebrare una cerimonia in onore di Dio per allontanare i residui energetici negativi. Questa cerimonia avrebbe dovuto svolgersi quotidianamente per la durata di una settimana; in questo lasso di tempo gli officianti avrebbero dovuto obbligatoriamente astenersi da qualsiasi lavoro servile. Questo fa capire come non fossero degli sprovveduti né tantomeno atei, ma credenti ferventi, profondamente devoti la cui mente tenebrosa strumentalizzava la fede per scopi oscuri e per ricevere potere e gioia dei sensi.

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Conclusione

La Magia Nera, come tutte le pratiche esoteriche e magiche, ha sempre fatto parte del mondo e dell’uomo. L’importante è essere consci quando ci si avvicina a certe pratiche e consigliabile farsi aiutare da persone esperte.

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