Inquietante fu anche una dichiarazione dello stesso Gein che affermò, durante gli interrogatori, di non aver mai ucciso un solo cervo durante le sue sessioni di caccia. Ciò nonostante, l’uomo, era solito offrire “carne di cervo” ai suoi vicini e ai suoi amici. Probabilmente si trattava di carne umana…
Gli psicologi che si occuparono del caso affermarono che Gein soffrisse di un disturbo maniacale associato alla sessualità. Molti dei resti umani rinvenuti in casa sua, infatti, erano stati trafugati dal cimitero locale per soddisfare le sue perversioni sessuali legate alla necrofilia.
Inoltre pare che ad Ed piacesse indossare la pelle di alcune sue vittime donne, probabilmente per assomigliare il più possibile alla sua amata madre, dettaglio che ispirò il film Psycho.
Ed Gein venne giudicato mentalmente instabile e incapace di sostenere il processo nel momento del suo arresto. Passò il resto della sua vita in un istituto psichiatrico dove morì all’età di 77 anni.
Purtroppo, quasi sempre, la vita è assai peggiore di un film horror e “Non aprite quella porta” ne è un esempio calzante: un film crudo e violento dove, comunque, la realtà che ne sta dietro, è stata addolcita in modo massiccio per rendere il tutto fruibile al grande pubblico.