

Serial Killers
Pietro Pacciani – Il mostro di Firenze
Dalla fine degli anni 60 alla metà degli anni 80 le campagne toscane sono state testimoni di ben otto duplici omicidi da parte di un serial killer chiamato “Il Mostro di Firenze”. Accoltellamenti, sparatorie e mutilazioni fisiche sono gli ingredienti di questa horror story tutta italiana che ha riempito per quasi vent’anni le pagine dei maggiori quotidiani nazionali e stranieri, arrivando fino in America.
La Storia
Dal 1968 e per vent’anni un serial killer chiamato il “Mostro di Firenze” terrorizza e tiene sotto scacco tutta l’Italia.
Immaginate di volervi appartare con la vostra fidanzata in un posto isolato per avere quell’intimità che in casa, altrimenti, non avreste e di ritrovarvi un faro di luce negli occhi ed udire una serie di spari trapassare la lamiera o i finestrini della vostra auto. O ancora, provate a pensare se, dopo un’aggressione, voi foste ancora vivi ma non abbastanza forti da reagire e vedeste il corpo della vostra fidanzata che viene brutalmente mutilato degli organi genitali. Questo è quanto accaduto nella campagne toscane vicino Firenze dal 1968 fino a quasi la fine del 1985. Otto duplici omicidi. Otto coppie brutalmente trucidate e mutilate in mezzo ai campi.
Le Tracce
Nessuna traccia organica, nessun indizio da cui partire. Indagini che dopo qualche mese finiscono su un binario morto senza soluzione di continuità. Gente che entra ed esce dal registro degli indagati. Voci di corridoio che si rincorrono con l’ansia di poter finalmente dare un nome ed un volto a questo serial killer. Tutti gli omicidi avvenivano sempre nelle notti di luna nuova, in estate, (tranne che nel 1981). L’arma usata era sempre la stessa, una pistola Beretta serie 70 calibro 22 con munizioni Winchester marchiate “H” sul fondo. Alcune delle vittime venivano addirittura sodomizzate ed oltraggiate sessualmente dopo l’omicidio (ad una delle vittime venne infilato un tralcio di vite nella vagina dopo essere stata colpita per ben 96 volte su tutto il corpo). Ad altre viene asportato completamente il pube. Alle ultime due vittime viene asportato il seno sinistro.
L’Eco Mediatico
La storia del Mostro di Firenze ha avuto un’eco ampio. Molte trasmissioni, tra cui Chi l’ha visto?, Delitti, Mixer, Blu notte, Un giorno in pretura, Enigma, hanno avuto modo di parlare di questi omicidi. Antonello Grimaldi, nel 2009 ha diretto ua miniserie televisiva intitolata proprio “Il Mostro di Firenze”, con protagonista Ennio Fantastichini. Anche il mondo della musica ha preso spunto da Pacciani e Vanni: Fabri Fibra, Immanuel Casto, Lanz Khan, Rumatera, Simone Cristicchi, Madman. Il cinema americano, tramite la fortunata serie crime “Criminal Minds”, ha riproposto in un nuovo contesto gli omicidi del Mostro di Firenze; nel telefilm Hannibal il colpevole viene trovato proprio in Hannibal Lecter.
Il Killer
Il Mostro di Firenze, secondo alcuni, non è mai stato veramente arrestato e non è mai stato nemmeno indagato o sfiorato dalle indagini svolte in vent’anni. Un personaggio sfuggente, intelligente, furbo, scaltro, in grado di anticipare sempre e comunque le mosse degli inquirenti. Inafferrabile verrebbe da dire. Eppure non è propriamente così. Qualcuno venne fermato, indagato, interrogato, arrestato e poi, alla fine, condannato.
Non fu una sola persona, secondo gli inquirenti, a compiere quegli efferati otto duplici omicidi ma piuttosto una banda di tre persone ben distinte. Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti sono le tre persone, definiti “compagni di merende”, indagate e condannate per gli omicidi. L’unico a non aver scontato il carcere fu Pietro Pacciani in quanto morì prima di poter essere sottoposto ad un nuovo processo d’Appello (vista la assoluzione nel primo processo in Appello).
L’Esperienza Italiana
Questa serie di omicidi fu la prima esperienza italiana con un serial killer. Creò una grande psicosi, non solo per il modus operandi, ma anche e soprattutto per la dilatazione temporale nel quale si è svolta la vicenda. I luoghi di tale barbarie (Signa, Borgo San Lorenzo, Scandicci, Calenzano, Vicchio, Scopeti, Giogoli, Baccaiano) erano i posti più isolati e più frequentati dalle coppiette in cerca di intimità. Tutto ciò fa pensare che chiunque abbia commesso tali omicidi fosse una persona che aveva dimestichezza con la campagna o che, comunque, abitasse nei pressi dei luoghi o che, ancora, pedinasse le vittime per poi coglierle sul fatto.
In sei degli otto omicidi il pube venne asportato con quella che è stata definita “arma bianca”, senza lasciare tracce né sbavature di alcun tipo, quasi un taglio chirurgico. Il profilo del killer venne individuato, nella prima fase delle indagini come destrorso, iposessuale, dedito al feticismo e con un Q.I. superiore alla media.
Pietro Pacciani
Pietro Pacciani, contadino fiorentino, ex partigiano ed ex mangia-fuoco alle sagre paesane, era un uomo collerico, sempre pronto alla rissa, depravato (segregò per anni le figlie in casa costringendole a mangiare cibo per cani, sodomizzandole e violentandole con falli di plastica o di gomma, zucchine e costringendole a guardare foto erotiche del padre in varie pose) e brutale.
Verso la metà degli anni 50 Pacciani trovò la sua fidanzata appartata con un altro ragazzo. Dopo aver ucciso l’amante, Pacciani obbligò la ragazza ad avere un rapporto sessuale accanto al cadavere. Indipendentemente dalla sua colpevolezza c’è da dire che un soggetto di questo tipo è ben poco raccomandabile e, in questo caso, più sospettabile di altri. Ma Pacciani non aveva una gran mente e quindi verrebbe a cadere la pista del killer con una grande intelligenza. Ma non è proprio così. Infatti, secondo l’intero impianto accusatorio, Pacciani potrebbe non aver agito da solo ma sostenuto e coadiuvato da due aiutanti: Mario Vanni e Giancarlo Lotti.
La Pista
Si è spesso parlato, utilizzando fiumi e fiumi d’inchiostro, sulla stampa italiana, di diverse piste che avrebbero potuto portare all’effettiva identità del Mostro di Firenze. Si parlò di pista sarda, movimenti e frequentazioni esoteriche di Pacciani e Vanni. Ma nessun movente è stato mai comprovato fino in fondo. Le condanne furono inflitte grazie anche alla testimonianza di Lotti. Ma quest’ultimo, nel corso degli interrogatori susseguitisi, aveva cambiato più volte versione fino ad arrivare alla presenza di un misterioso “dottore” come mandante.
La Testimonianza Di Lotti
Nel 1996 Lotti dichiarò che gli omicidi erano frutto di rabbia e frustrazione da parte di Pacciani perché si era visto respinto dalle vittime; ma nel 1997 lo stesso Lotti ebbe a dire che le uccisioni erano frutto della mente malata di Pacciani che avrebbe ucciso solo a titolo feticista per poter poi dar da mangiare i trofei alle figlie.
Le Ipotesi
Nella spasmodica ricerca di questo Mostro di Firenze le piste e le ipotesi che si sono susseguite negli anni e nei processi, sono molte e variegate.
Partiamo dall’ultima ipotesi: un killer solitario legato ad alcune cosche sarde. Secondo questa ipotesi gli i crimini sarebbero omicidi “d’onore”. Altra ipotesi, rivelata però infondata, fu quella di un fantomatico killer in divisa. Ossia un omicida che avrebbe potuto avvicinarsi tranquillamente alle vittime e, presentandosi come un funzionario di ordine pubblico (poliziotto o carabiniere che fosse) la avrebbe poi brutalmente uccise.
C’è chi, addirittura, ha avanzato l’ipotesi che il Mostro di Firenze potesse essere il killer dello Zodiaco (un serial killer americano sospettato di aver brutalmente ucciso 5 persone fra il 1968 e il 1969 nella California Settentrionale).
La Conclusione
Dopo trentacinque anni dalla conclusione dell’ultimo processo non si è ancora arrivati, nonostante tutte le perizie fatte, le ipotesi proposte e le testimonianze ascoltate, ad un finale che scriva la parola “FINE” alla vicenda del Mostro di Firenze. L’unica cosa certa ed ineluttabile è che dal 1968 al 1985 anche l’italia ha avuto il suo serial killer. Il Mostro di Firenze ha fatto parlare di sé, e continua a farlo, nonostante il caso sia stato dichiarato ufficialmente chiuso.