storie horror
STORIE HORROR BREVI: I fatti più spaventosi del deep web 3/3
STORIE HORROR BREVI – Il lato oscuro della rete: 18 storie spaventose nei meandri del web.
STORIE HORROR BREVI – Terza ed ultima tappa di questa serie dedicata agli orrori del deep web. Altre 6 storie brevi, delle quali alcune non vi faranno dormire la notte o quantomeno vi faranno cambiare la visione che avete dell’umanità.
13 – Ciao Mr. X
Nonostante si usino browsers e VPN che garantiscono l’assoluto anonimato, molti utenti, credendo le loro credenziali al sicuro tendono a commentare alcuni video. Spesso ci si imbatte in vere e proprie trappole e basta un commento per far crollare tutte le vostre certezze. Dopo pochi minuti qualcuno vi risponderà con “Hi there Mr.”, seguito dal vostro cognome.
L’unico modo di far sparire le proprie tracce sarà quello di formattare il vostro computer, ma non vi potrete sentire del tutto al sicuro.
14 – No Love Deep Web
Probabilmente la sua origine si riconduce alla promozione dell’album omonimo dei Death Grips. “No Love Deep Web” è un gioco reality nel quale viene richiesto ai giocatori di fare azioni senza senso. Rispondere ad un telefono pubblico situato in una città diversa dalla vostra dove ascolterete dalla cornetta il suono di un respiro pesante. Oppure andare a fare rifornimento di benzina in un determinato distributore a New York alle 3 di notte.
Io non mi fiderei, non so voi, ma il gioco a quanto pare è seguito da molti utenti.
15 – Guardare le persone morire
La morte è un argomento che affascina tante persone, forse per la sua natura misteriosa, la domanda che il genere umano si chiede fin dall’alba dei tempi, cosa c’è dopo la morte?
Altrettanto sconosciuta è la risposta di chi si chiede che cosa si prova durante la morte. Questo porta l’uomo ad esserne affascinato a tal punto che, ben oltre 15 mila utenti, sono iscritti ad un sito, il quale ospita esclusivamente video di persone nel momento della loro esecuzione. Spesso potete trovarci anche suicidi, impiccagioni e qualsiasi forma crudele di morte.
16 – Attività paranormale digitale
Mettete insieme un fumetto, un sito nel deep web e un mouse mosso da un fantasma digitale. Il collegamento può non essere ancora chiaro e se volete saperne di più potete visitare una pagina internet dove un normale fumetto diventerà il vostro incubo.
Sembra un normale fumetto che man mano che la storia va avanti diventa progressivamente inquietante e terrorizzante. Per non far mancare anche l’atmosfera che solo una tavola Ouija vi può dare, il programmatore di sito vi farà muovere il mouse come se fosse posseduto da un fantasma. Chissà leggendo fino in fondo la il fumetto cosa vi farà fare l’entità paranormale elettronica. Controllerà perfino il vostro dispositivo fino a farlo impazzire o starà confinato dentro la sua pagina web?
17 – La fossa delle Marianne
Siamo alla punta più profonda dell’iceberg. Non ci sono conferme se esista o meno, ma ci sono molti indizi che esistano siti così codificati e introvabili neanche dagli hackers più impavidi. In queste pagine si narra che siano delle linee di comunicazione segrete usate da governi ombra ed entità aliene. Un qualcosa che ricorda molto da vicino il film “Men in black”.
Scovare queste pagine potrebbe essere una vera rivoluzione e chissà come potrebbe cambiare la nostra società se venissero alla luce certi segreti. O forse potrebbe essere il caos dell’ordine pubblico.
18 – Bad Self Eater
Bad self eater è stato un esperimento sociale, molto virale nel deep web, creato nel 2016. Il misterioso autore mise in circolo una quantità considerevole di banconote false con impresse immagini risalenti ad illuminati, simboli apocalittici e messaggi nascosti. Il fil rouge dell’esperimento stampato sulle banconote era il sito web badselfeater.com. Una volta entrati nella homepage si veniva accolti da una musica angosciante e un conto alla rovescia che scandiva l’attesa. Una volta scaduto il countdown bisogna dire che la gente ne fu delusa dall’epilogo. Il tutto si concluse con il video di un uomo che criticava gli stessi utenti e seguiva con una campagna contro l’aborto.