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I Tre di West Memphis

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Ci troviamo a West Memphis, popolosa città della Contea di Crittenden, in Arkansas, un paese fanatico religioso dove la noia fa da padrone.

E’ il 5 maggio del 1993 quando Christopher Mark Byers, James Michael Moore e Steve Edward Branch, compagni di classe alla Weaver Elementary School che tutti i pomeriggi si incontrano per giocare insieme, spariscono nel nulla.

Passano le ore, arriva sera e i piccoli non tornano a casa. I genitori terrorizzati avvertono immediatamente la polizia che avvia le prime ricerche. I 3 bambini vengono ritrovati la mattina dopo, verso le 14, in una zona boscosa a Robin Hood Park.

Da un fossato spuntano tre corpicini nudi, orrendamente mutilati, con le braccia e le gambe legati. Stevie Micheal e Chris sono stati legati, picchiati brutalmente e annegati. Inizialmente si pensa che il piccolo Chris, il cui cadavere è irriconoscibile, sia stato mutilato e evirato dagli assassini, ma si scoprirà poi che il corpo del piccolo è stato attaccato da pesci e tartarughe del fossato, che ne hanno strappato le carni.

Per la popolazione del posto non c’è alcun dubbio: è stato il Diavolo, Satana in persona a fare tutto questo; oppure un culto satanico da parte di qualche deviato…ma chi?

Il 3 giugno, tre ragazzi del posto, uno di 18 anni e gli altri due di 17, la cui unica colpa è quella di ascoltare musica metal, vengono arrestati per l’omicidio dei piccoli. Si fa strada la teoria che i tre metallari abbiano ucciso in un macabro rituale satanico, conservando anche un feticcio delle loro vittime. I testicoli di Christofer, accusa il patrigno del bambino, sarebbero stati mutilati e conservati sotto formaldeide all’interno di un barattolo nella stanza da letto di uno di questi.

Damien Echols, uno dei tre, è un ragazzo solitario, taciturno, affetto da depressione (ha già tentato il suicidio un paio di volte). Il giovane indossa sempre un lungo impermeabile di pelle nera e ha un tatuaggio a forma di pentacolo sul petto. Il tenente gli tende una trappola e gli chiede perché, secondo lui, l’assassino avrebbe infierito in quel modo sui tre bambini. Damien ammette che, in effetti, le ferite sono brutte e ne descrive qualcuna. Il tenente si rende conto che quelli sono particolari che possono sapere solo la Polizia e l’assassino.

Per la polizia non c’è dubbio: lui, insieme ai due suoi amici Jessie e Jason, sono gli assassini. I 3 vengono arrestati e soprannominati “I 3 di West Memphis”.

Le prove contro di loro sono:

  • Fibre che li collegano a Robin Hood Park
  • Un coltello a serramanico compatibile con quello utilizzato per uccidere i bambini
  • Materiale satanico rinvenuto a casa dei tre
  • La testimonianza di una donna che li avrebbe sentiti dire in giro che avrebbero ucciso alcuni bambini
  • La testimonianza di una vicina che racconta di riti pagani

Jessie, il più piccolo e impaurito dei 3, sotto pressione della polizia, confessa: quel giorno si sono recati al parco, hanno legato i 3 bambini e li hanno uccisi. Confessa anche di partecipare a riti satanici e orge.

Il caso è chiuso! Jessie viene condannato a 20 anni perchè minorenne, Jason all’ergastolo e Damine, maggiorenne, alla pena di morte tramite iniezione letale.

Ma siamo ben lontani dalla verità e per fortuna qualcuno ha preso a cuore il loro caso. Una frangia innocentista si solleva in tutt’America, trovando l’appoggio anche di personaggi famosi tra cui: Eddie Vedder, Winona Ryder, Marilyn Manson, Peter Jackson e Johnny Depp che divenne uno dei migliori amici di Echols, tanto da tatuarsi lo stesso disegno sul braccio.

La difesa sostiene che la confessione di Jessie, che possiede un QI di 72, sia stata estorta psicologicamente. Sostiene inoltre che la scientifica entrò in campo solo 8 giorni dopo l’uccisione dei piccoli, quando ormai la scena del crimine era stata contaminata da parenti, curiosi e giornalisti. Infine, il paese è piccolo e le voci girano pertanto i dettagli dell’uccisione erano sulla bocca di tutti, anche di Damien.

Grazie a queste prove, i 3 ragazzi sono stati scarcerati nel 2012.

Vi starete chiedendo: perchè 18 anni e 78 giorni dopo? Ebbene, pare che esista una legge in America, chiamata Alford plea, dove l’imputato non si dichiara colpevole, ma è consapevole e ammette che l’accusa ha fornito prove a sufficienza per ottenere un verdetto di colpevolezza.  In questo modo sconterà una pena ridotta in carcere e non potrò chiedere un risarcimento allo Stato una volta uscito.

Nato a pane e horror, fin da subito sviluppa una particolare ed accesa passione verso il mondo del cinema horror. La cosa non si è mai attenuata, ma anzi viene accentuata dopo la creazione di Horror Stab.

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