Luoghi Infestati
Un Viaggio Esoterico Tra i 10 Luoghi Più Infestate d’Italia
- Nel territorio italiano esistono dei luoghi conosciuti in cui sono state rilevate presenze paranormali. Vediamone alcuni tra i più infestati d’Italia.
1. Castello Della Rotta
Iniziamo subito questa carrellata con uno dei luoghi definito il più infestato d’Italia: Il Castello della Rotta a Moncalieri, in provincia di Torino. Risalente al IV secolo è un edificio di epoca medievale che venne costruito con lo scopo di preservare e difendere il ponte sul fiume Banna. Data la sua posizione si crede che il nome “Rotta” derivi dal termine “rotha” ossia luogo aperto, ma anche roggia (fiume). Un’altra ipotesi, invece, farebbe risalire il nome alla sconfitta subita da Tommaso di Savoia contro i francesi nella battaglia del 1639. Alcuni documenti storici descrivono questa magione come un edificio utilizzato dall’Ordine Dei Cavalieri Di Malta (prova ne sarebbero le croci patenti scolpite sui pilastri).
Oltre a Malta anche l’Ordine Dei Cavalieri Templari può vantare un’associazione storica con questo Castello. Essendo in una posizione invidiabile sarebbe stato teatro di molte battaglie durante tutto l’anno Mille. Proprio a seguito di questi tensioni medievali si sono sviluppate una serie di leggende e di racconti riguardanti alcune presenze paranormali.
La storia più famosa racconta che un cavaliere, dopo aver scoperto che l’amata aveva trovato la morte dopo essere stata gettata da una torre, decise di partire per la Terra Santa dopo aver fatto voto a Dio e chiese, in caso di morte, di essere seppellito proprio nei pressi del castello.
Un’altra leggenda vuole che una ragazza si gettò dalla torre per non cadere in mano agli invasori saraceni e che, il marito, dopo averla trovata esanime sul ponte levatoio, avesse deciso di farsi monaco templare e di partire per la Terra Santa.
Ma la storia più interessante riguarda un bambino alquanto vivace e la sua nutrice. Si racconta che un giorno la nutrice non riuscisse a trovare il bambino e che, vedendolo nel cortile, lo rimproverò; poco dopo, però, una carrozza investì il bambino uccidendolo. La nutrice, disperata, sarebbe corsa in cucina e si sarebbe tolta la vita. Da allora c’è chi sostiene che i due fantasmi continuino a vagare per il castello cercandosi a vicenda.
L’ultima storia che riguarda questo castello racconta che la proprietaria del castello si sarebbe gettata dalla torre per sfuggire alle angherie del marito e che da allora vaghi nella pianura circostante il castello. Ma c’è chi riferisce di aver visto veri e propri eserciti in marcia e anche battaglie epocali. Si dice che tutti questi spiriti, principalmente nella notte tra il 12 e il 13 giugno, si dirigano verso il maniero formando una vera e propria processione.
2. Ex Manicomio Pediatrico Di Aguscello
A pochi chilometri da Ferrara troviamo Aguscello, un paese che sarebbe ignoto ai più se non fosse per la struttura che andremo a raccontare. Si tratta del Manicomio Pediatrico. Insieme al Castello della Rotta viene descritto come uno dei luoghi più infestati d’Italia.
Si racconta che la struttura venisse gestita da alcune suore ma che queste non fossero proprio avvezze alla cura dei piccoli ospiti. Questi bambini erano definiti, in gergo, “difficili” e venivano, quindi, sottoposti a cure al limite dell’immaginabile: torture fisiche e, soprattutto, mentali. Chiunque abbia avuto la curiosità ed il coraggio di avvicinarsi a questo edificio ha descritto di aver provato forti sensazioni di angoscia, paura e, in certi casi, addirittura terrore viscerale.
Visitando l’ex Manicomio sono state ritrovati ancora i lettini, le sedie, i tavoli utilizzati dai bambini. Ma anche scritte inneggianti a Satana e contenenti bestemmie e parole blasfeme. La cosa più inquietante fu la scoperta di una macchina per l’elettroshock. Improvvisamente, però, intorno agli anni 70 del secolo scorso, la struttura venne abbandonata e si persero le tracce sia delle suore che dei bambini. Ci sono alcune leggende che sembrerebbero confermare questi fatti.
La prima leggenda racconta che i bambini, rinchiusi dalla suore in una stanza all’ultimo piano, sarebbero morti a causa di un incendio e che, visitando quel piano si possono ancora trovare le impronte dei piedi dei bambini. Un’altra leggenda, invece, racconta che le suore ed i bambini vennero uccisi da un ragazzo di 12 anni durante uno dei suoi attacchi di schizofrenia e che il suo spirito sia stato visto aggirarsi nel giardino della struttura.
Ma la leggenda più inquietante sostiene che vi fosse un’epidemia mal gestita e che le suore, prima di abbandonare il manicomio, avrebbero seppellito i corpi dei bambini nel giardino circostante. Alcuni testimoni sostengono di aver udito chiaramente delle urla, dei pianti e dei lamenti con voci di bambini provenire dalla struttura.
Ma le stranezze non finiscono qui: il custode del manicomio sarebbe scomparso in circostanze alquanto misteriose e, per quanto riguarda la giostrina presente nel giardino del manicomio, qualcuno sostiene di averla vista girare senza che nessuno la spingesse e che, quando si tentò di fermarla, questa avesse continuato a girare e che nemmeno la forza fisica era bastata.
3. Il Castello di Montebello
Chi non ha ma sentito parlare di Azzurrina, la bambina che si dice sia scomparsa dopo esseresi recata nella ghiacciaia per riprendere la palla che era rimbalzata giù dagli scalini? Ecco, questa era la sua dimora. Siamo a Rimini nel comune di Poggia Torriana.
Leggenda vuole che, intorno al 1600, il parroco della zona avesse scritto un testo dal titolo “Mons Belli ed Deline” (Montebello e Adelina). Probabilmente la bambina che tutti conosciamo con il nome di Azzurrina, in realtà, si chiamava Adelina o Guendalina. Figlia di Uguccione Malatesta, feudatario della città di Montebello, era nata nel 1370.
Si racconta che fosse una bambina bellissima con gli occhi di un colore azzurro paragonabili al cielo. La sua unica sfortuna, però, fu quella di essere nata albina. All’epoca, come detto siamo alla fine del 1300, avere la carnagione troppo chiara (o qualsiasi altro difetto tipo un neo) era considerata una maledizione, una sorta di connessione con il demonio.
Per evitare sofferenze alla piccola, la madre iniziò a tingerle i capelli di nero ma, dopo un po’ di giorni, il colore svaniva e diventava di un azzurro molto chiaro, quasi angelico; ecco, probabilmente, il motivo per cui Guendalina o Adelina, venne rinominata Azzurrina. La sua custodia era stata affidata a due guardie di fiducia che avevano ricevuto da Uguccione l’ordine perentorio di non perderla di vista nemmeno per un secondo. Le giornate trascorrevano tutte uguali al castello di Montebello. Tutte tranne il giorno del solstizio d’estate del 1375. Il giorno della scomparsa di Azzurrina.
Leggenda vuole che, quel giorno, Azzurrina stesse giocando in cortile con la palla, come faceva spesso, e che la palla abbia preso un rimbalzo strano finendo nella ghiacciaia. Nel tentativo di riprenderla la bambina sarebbe scesa lungo le scale fino in fondo e che da lì non sarebbe mai più risalita. Ma alcune voci sostengono che, al contrario, sia stato proprio il padre a far scomparire la bambina perché si sarebbe rivelata un grosso ostacolo nella carriera politica che stava intraprendendo.
Si narra che il fantasma della bambina sia ancora presente nel castello. Molti esperti del paranormale si sono recati sul posto il giorno del solstizio d’estate e tutti confermano la presenza, nei nastri registrati, di una voce fanciullesca, di un pianto di bambina. Qui di seguito l’audio con le registrazioni di Azzurrina.
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4. Ca’ Dario (Il Palazzo Maledetto Di Venezia)
Nel Sestriere di Dorsoduro al numero 352, affacciato sul Canal Grande, si trova quello che viene definito “Il palazzo maledetto di Venezia”, Ca Dario. Opera dell’architetto Pietro Lombardo. Un palazzo maestoso ed elegante che offre un bellissimo colpo d’occhio a chi lo guarda dal Rio delle Torreselle (tanto da essere stato ritratto persino da Monet).
Leggenda vuole che chiunque acquisti lo stabile sia poi vittima del cupo mietitore. Spesso le morti risultano accidentali e causate da eventi bizzarri. Nel 1749, il presidente del Senato della Repubblica di Venezia, avrebbe commissionato questo edificio a Pietro Lombardi, un famoso architetto dell’epoca.
La funesta nomea venne attribuita a questo palazzo sin dai primi anni dopo la sua costruzione. I proprietari che si sono succeduti sono morti in circostanze spesso misteriose o sconosciute. Già nel 1494, successivamente alla morte del padre, la figlia Marietta visse in quel palazzo insieme al suo sposo il quale, dopo un gravissimo ed improvviso tracollo finanziario, venne misteriosamente ucciso accoltellato.
Una serie di personaggi famosi entrarono in possesso di questo edificio e, purtroppo, fecero tutti la stessa fine: morirono in circostanze misteriose o poco chiare. Basti pensare a Christopher “Kit” Lambert (manager del gruppo THE WHO) morì cadendo dalla scale poco dopo aver acquistato Ca’ Dario. Ma la maledizione colpisce anche a distanza: Mario Del Monaco (famoso tenore italiano) ebbe un grave incidente stradale mentre stava andando a firmare l’atto d’acquisto. Non morì ma la sua carriera finì in quanto non fu più in grado di esibirsi.
Negli anni 2000 anche Woody Allen si dimostrò interessato all’acquisto di questa dimora ma si ritirò poco prima di firmare l’atto di acquisto.
5. Villa Cerri
Una villa in stile tardo liberty in un piccolo paese alle porte di Pavia. Nota come “La casa degli amanti maledetti”, nasconde una storia molto interessante. Si racconta che un marito, di ritorno da una battuta di caccia, avesse trovato la moglie a letto con lo stalliere e che, preso da un raptus di gelosia, uccise i due amanti con due colpi di fucile e poi si suicidò. Il tutto avvenne nella torretta al lato della villa. Da quel giorno del 1912 sembra che i tre spiriti non abbiano mai effettivamente lasciato la casa.
Un’altra leggenda racconta che, verso la metà degli anni ’50, la villa venne acquistata da una famiglia che venne ritrovata, qualche settimana dopo, brutalmente uccisa. Qualcuno sostiene che la causa fu un attacco di cani selvatici alquanto affamati o, piuttosto, di un branco di lupi.
Nonostante le varie ricerche nel corso degli anni non venne scoperto alcun tipo di riscontro che potesse comprovare questa tesi. C’è chi afferma di aver visto alcune luci molto flebili muoversi al di là delle finestre e di aver notato delle tende (che in realtà non ci sono) muoversi come sospinte dal vento. La particolarità di queste tende è che sono a brandelli, come se qualcuno le avesse afferrate distruggendole nell’ultima speranza di non cadere a terra.
6. Villa Magnoni
Ci troviamo adesso a Cona, in provincia di Ferrara. Qui, un edificio abbandonato da molto tempo, sembra la location ideale su cui basare leggende paranormali; si trova, infatti, ai margini di un bosco lontano da altre costruzioni. Cosa interessante è che nessuno è mai riuscito ad entrare in contatto con il proprietario dell’edificio per poterlo acquistare. La villa si presenta come un grande edificio con annesse stalle, attorniato da un enorme giardino ed una ghiacciaia sotterranea.
Una delle storie più interessanti riguardo questa villa racconta di quattro ragazzi che, un giorno, decisero di avventurarsi nei suoi meandri. Dopo aver visitato la maggior parte della casa senza alcun tipo di problema, una volta arrivati al primo piano accadde qualcosa di veramente inquietante ed al limite del paranormale: sentirono delle voci in giardino. Usciti per controllare se effettivamente ci fosse qualcuno rimasero stupefatti nel constatare che, in realtà, non ci fosse nessuno tranne loro quattro.
Ma, improvvisamente, notano una lugubre figura affacciata ad una delle finestre del primo piano: si tratta di una donna anziana che intima ai ragazzi di andarsene da quel posto altrimenti sarebbero andati incontro a terribili sventure e punizioni a causa della loro intrusione. Spaventati ed angosciati i quattro giovani corrono verso l’uscita della villa senza nemmeno il coraggio di voltarsi indietro. Di ritorno verso casa la macchina sbanda e tre ragazzi su quattro muoiono sul colpo, solamente uno esce vivo dall’incidente.
Del ragazzo sopravvissuto non si conosce nulla e nemmeno si sa dove sia finito. Dopo qualche settimana dall’accaduto il comune decide di murare tutti gli ingressi e tutte le finestre di Villa Magnoni. Stranamente, però, nei giorni successivi qualcuno nota che solamente una finestra risulta senza copertura muraria, e quindi aperta: si tratta della finestra da cui si sarebbe affacciata la vecchia signora. Con il passare del tempo alcune persone asseriscono di aver udito delle inconfondibili voci femminili all’interno del giardino e della casa. Non si può essere certi che queste testimonianze siano effettivamente veritiere oppure siano frutto di un condizionamento psicologico ma una cosa è certa: la villa è tuttora disabitata.
7. Ca’ Delle Anime
Nella pacifica Liguria si trova un posto davvero terrificante. Si tratta di una locanda che, secondo alcune leggende, sarebbe stata teatro di brutali uccisioni. Ca delle Anime si trova nei pressi di Voltri, in provincia di Genova. Si racconta che in questo posto siano avvenute i più efferati delitti e le più tragiche sciagure. Si è abituati a pensare che un posto di ristoro sia un luogo tranquillo in cui poter passare la notte, magari dopo aver viaggiato per giorni. Ma a Voltri non era proprio così. In questa locanda gli ospiti morivano misteriosamente durante la notte.
Leggenda racconta che i colpevoli fossero i due proprietari che, durante la notte, si introducessero nella camera di alcuni malcapitati e li uccidessero per poi entrare in possesso dei loro averi. Sembra la trama di uno dei migliori film horror, ma è tutta realtà. Si racconta che i due proprietari mantenessero aperta l’attività per continuare questa pratica omicida.
Il trucco era semplice: ai clienti più facoltosi (o ritenuti tali) veniva assegnata una particolare stanza con il soffitto mobile. Durante la notte i due assassini si calavano dal soffitto, uccidevano brutalmente il malcapitato e ne prendevano gli averi. Dopo averli uccisi sotterravano i loro cadaveri nei pressi della locanda. Alcune persone iniziarono ad avere dei sospetti riguardo quel luogo perché chi vi entrava difficilmente ne usciva vivo. Si sparse così la voce che quel posto fosse maledetto.
Dopo qualche tempo la gendarmeria decise di avviare delle indagini in merito agli accadimenti e, con un abile stratagemma riuscirono ad assicurare alla legge i due proprietari che vennero, successivamente, giustiziati. Ma la storia non finisce qui.
Nel periodo della Seconda Guerra Mondiale una famiglia di sfollati fu costretta, nonostante fosse a conoscenza di quanto era accaduto in quella locanda, a sceglierla come dimora, seppur temporanea. Il fenomeno che si verificò dopo il loro arrivo si potrebbe definire Poltergeist: bicchieri che cadevano dal tavolo dov’erano stati messi ad asciugare, cassetti che si aprivano, pentole che cadevano dalla credenza , stanze messe a soqquadro.
Ma, come se non bastasse, si udivano pianti e suppliche provenire dalle stanze della locanda. Una sera, però, qualcosa di strano accadde: sentirono bussare alla porta e, quando andarono ad aprire, si trovarono davanti una ragazza vestita con addosso un vestito bianco e che profumava di rose, che chiedeva se qualcuno avesse visto il suo fidanzato che aveva alloggiato in quel luogo ma non era più tornato a casa. La cosa strana, però, era che anche la ragazza era un fantasma.
A seguito di questo avvenimento i quattro decisero di abbandonare quanto prima la locanda che da allora è rimasta disabitata e nessuno ha più voluto passare nemmeno una singola notte dentro quelle mura. Alcuni raccontano che anche adesso si possa sentire la voce di quella ragazza e quell’inconfondibile profumo di rose.
8. Villa Clara
Potremo chiamare questo luogo in diversi modi: Villa Malvasia, Villa Alessandri, Casino del Trebbio. Ma da tutti è conosciuta come Villa Clara. Ci troviamo in provincia di Bologna a poca distanza da Trebbio di Reno. Gli abitanti di questo borgo evitano accuratamente di passare davanti a questo edificio. Si dice, infatti, che spesso sia avvolta da una fitta nebbia di cui non si conosce l’origine. I lampioni lungo la strada che costeggia l’abitazione non riescono ad illuminarla. La sua costruzione si fa risalire alla prima metà del 1600 per conto di Carlo Cesare Malvasia, un personaggio di spicco della Bologna dell’epoca.
Ma come mai la villa, dopo aver cambiato una serie di nomi, è finita per diventare Villa Clara? Si vocifera che il suo appellativo derivi dal nome di una bambina che vi abitava. Leggenda vuole che sia stata murata viva dal padre perché accusata di avere il dono della preveggenza. Questa predisposizione portò il padre a decidere di sbarazzarsi della figlia murandola, appunto, viva fra le mura della casa. Dei testimoni affermano che, in alcune circostanze, si sentano provenire dall’interno della casa urla e pianti.
Qualcuno sostiene di aver udito perfettamente la voce di qualcuno che gridava aiuto. Spesso sono state udite delle note di pianoforte suonate molto forte e c’è stato chi ha visto le finestre illuminate (fatto abbastanza anomalo dato che manca la corrente elettrica nella casa). Ma le cose strane non finiscono qui: molte apparecchiature elettriche (torce, videocamere, recorder) sono andate fuori uso durante alcuni sopralluoghi e, in alcuni casi, si sono registrati delle cadute in trance, metafonie e lanci di oggetti contro chiunque entrasse nella casa.
C’è chi afferma che il fantasma di Clara sia stato visto apparire non solo all’interno della villa ma anche nel giardino circostante e che, a volte, abbia addirittura cercato di interagire con chiunque si trovasse a passare nelle immediate vicinanze. Ma, oltre a Clara, ci sono testimonianze di altre morti all’interno della villa: alla fine degli anni ’90 un bambino, durante dei lavori di restauro, sarebbe caduto in una botola segreta.
Ci sarebbe anche una finestra che appare e scompare sopra l’ingresso principale. Ma queste sembrano essere solamente delle teoria visto che non ci sono prove a sostegno della leggenda riguardante una bambina di nome Clara e non ci sono prove che possano portare a pensare che in quel luogo sia stato commesso un omicidio.
9. Villa De Vecchi
Eccoci arrivati alla Villa probabilmente più conosciuta per quanto riguarda i luoghi più infestati d’Italia: Villa De Vecchi. Situata nella frazione di Cortenova, in provincia di Lecco, è nota ai più per le storie e le leggende che aleggiano intorno a questa costruzione.
Chiamata anche “La Casa Rossa” è stata costruita intorno alla metà del 1800 dal conte Felice De Vecchi ( eroe delle Cinque Giornate di Milano, descritte anche dal Manzoni, e comandante della Guardia Nazionale). Verso la prima metà degli anni ’20 il maestro dell’occultismo Aleister Crowley, insieme ad un nugolo di discepoli, iniziò un lungo viaggio in Italia alla ricerca del luogo perfetto in cui stabilire la sua comunità e dare così vita al culto di Satana.
Durante il suo soggiorno a Villa De Vecchi sembra che Crowley abbia presieduto riti orgiastici che finivano, quasi sempre, con la sevizia e la successiva morte delle donne coinvolte ( qualcuno sostiene che il soprannome “Casa Rossa” fosse riferito al sangue o ai capelli rossi delle donne che partecipavano a queste orge).
Alcune storie riguardanti la villa raccontano che, in precisi periodi dell’anno, come ad esempio il solstizio d’estate e il solstizio d’inverno, sia possibile udire in lontananza le grida di una voce femminile (per alcuni si tratterebbe dell’amante del primo proprietario della villa che sarebbe stata uccisa dentro le mura). Ma non solamente riti satanici hanno allietato la villa. Negli anni si sono succeduti dei suicidi a cui le autorità non hanno saputo dare alcuna spiegazione.
Alcuni testimoni raccontano di aver distintamente udito delle note di pianoforte (ed effettivamente c’è un pianoforte nella villa ma, secondo le testimonianze di chi l’ha visto, è praticamente distrutto e quindi inutilizzabile).
10. Villa Di Nettuno
Sul litorale romano, precisamente nella città di Nettuno, in Via Veneto, si trova una vecchia casa abbandonata. Si fa risalire all’epoca della bonifica delle paludi pontine. Non è facile vederla perché seminascosta dietro un mu di tufo che ne rende difficile la localizzazione.
La storia di questa casa è alquanto strana quanto particolare. Chiunque abbia cercato di abitarvi o di ristrutturarla non ha mai avuto vita facile. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante una delle prime ristrutturazioni, venne ritrovato, sotto le fondamenta della casa, un nugolo di cunicoli e passaggi che si diramano per tutta la città (questi cunicoli, molto probabilmente, vennero utilizzati anche durante la guerra come rifugi o passaggi segreti per potersi muovere inosservati).
Nel corso di una prima fase di restauro alcuni operai rimasero vittime di incidenti quanto mai strani ed inspiegabili: uno cadde da una scala che si mosse improvvisamente e senza un motivo preciso e su ruppe una gamba, mentre l’altro venne violentemente colpito da un grosso calcinaccio che gli venne scagliato in volto senza che nella stanza ci fosse nessuno.
Un altro fatto assai strano ed inquietante vide protagonisti alcuni operai impegnati nella stessa ristrutturazione. Raccontarono di essere stati brutalmente e fisicamente assaliti da qualcosa di paranormale che non seppero descrivere e che, dissero, proveniva dai cunicoli sottostanti. Dopo quegli episodi la casa è rimasta quasi sempre chiusa e abbandonata a se stessa.
Le persone che hanno provato a viverci non sono rimaste per molto tempo (dopo pochi mesi lasciavano la casa) e lo stesso proprietario dello stabile non ha intenzione di venderla né tantomeno di affittarla. Negli anni 90 un senzatetto aveva scelto la casa di Nettuno come dimora ma poco dopo venne ritrovato arso vivo.
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