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[Recensione] The Fog (1980)

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John Carpenter dà vita al nostro incubo peggiore: la vendetta dei fantasmi del passato portati dalla nebbia. Un film costruito con un budget molto ridotto ma che, grazie alla maestria di Carpenter, diventò un cult del genere.

La Trama

1980. Nel centenario della nascita della cittadina di San Antonio Bay, alcuni strani fenomeni iniziano ad accadere. Primo fra tutti, il più inquietante, è una nebbia strana che sale dal mare. Ma strane cose accadono nei giorni che precedono la celebrazione della fondazione della cittadina: allarmi di auto e case iniziano a suonare all’impazzata, specchi e vetri si rompono, un morto ritorna in vita e scrive un numero sul pavimento, le pompe di benzina abbandonate ritornano in funzione: tutto senza un vero ed apparente motivo.

Fino a quando padre Malone non ritrova nascosto in una parete della chiesa, il vecchio diario appartenuto a suo nonno nel quale è raccontata una storia raccapricciante, fatta di avidità, orgoglio ed omertà. Una storia tenuta nascosta per un secolo agli abitanti della città: l’affondamento volontario di una nave carica di lebbrosi che avrebbero dovuto stabilirsi a qualche miglio di distanza dalla cittadina. L’avevano attirata verso la baia con un falso fuoco da campeggio mentre sulla baia si stendeva una fitta nebbia che impediva al capitano della nave, Blake, di distinguere se quello che vedeva era un faro oppure no. Una volta che la nave attraccò i suoi appartenenti vennero uccisi ed il loro oro totalmente saccheggiato per poi essere utilizzato nella costruzione del campanile e nel miglioramento della città. Ma il passato non si dimentica di chi gli ha fatto un torto ed ora, ad esattamente cent’anni di distanza, presenta il conto. Dalla nebbia spuntano i fantasmi dei lebbrosi, compreso Blake, alla ricerca di vendetta nei confronti dei discendenti di coloro che li avevano uccisi.

L’Analisi

Un film cult. Un must per gli amanti del genere. Nonostante il budget fosse davvero risicato (solamente un milione di dollari). L’ottima scelta dell’ambientazione e della scenografia donano a questa pellicola un’atmosfera davvero horror. Già dai primi fotogrammi si capisce quale sarà la portata di ciò che si andrà a vedere da lì in avanti.

Un vecchio marinaio che racconta una fiaba di mezzanotte ad un gruppo di ragazzini è l’incipit perfetto. Da questo punto in poi è tutto un crescendo di angoscia e timore. La colonna sonora, proprio come nel film Lo Squalo, è fondamentale. Curata dal regista stesso è un misto fra le composizioni dei Goblin (gruppo musicale rock progressive con all’attivo molte collaborazioni con Dario Argento; fra le loro composizioni più note ricordiamo: Profondo Rosso, Suspiria, Tenebre, Non ho sonno, Contamination, Amo non amo) con un forte utilizzo di strumentazione elettronica e una seconda parte dotata di una vita propria. Il quasi ipnotico sottofondo delle sirene riesce a trasmettere quel senso di ansia e di attesa che qualcosa accada. La nebbia, a pensarci bene, è il peggiore dei nemici perché nasconde ed impedisce di vedere oltre la coltre.
In questa pellicola, Carpenter, non è solo il regista ma anche sceneggiatore, compositore delle musiche e, seppur brevemente, attore (suo il piccolo cameo all’inizio del film in cui veste i panni dell’assistente di Padre Malone).

Pareri Personali

Un film angosciante che porta in vita le paure più recondite che nascondiamo nel nostro animo: prima fra tutte la paura dei fantasmi e degli spiriti. Eventi paranormali caratterizzano questa pellicola. Carpenter (Halloween – La notte delle streghe, Dark star, Assault on Precinct 13), seppur con un budget ridotto (appena un milione di dollari), riesce a creare un cult. Un film che, nonostante la tiepida accoglienza al botteghino, si è ripreso negli anni la sua gloria. Ricordiamo un remake del 2005, che sebbene avesse avuto il beneplacito di Carpenter, non ha nulla a che fare con l’originale. Nel film c’è la classica lotta fra il bene e il male ma stavolta il male viene dal mare, dalla nebbia, su di un peschereccio pieno di zombie pronti alla vendetta tardiva per la loro morte. La pellicola, girata poco dopo l’elezione di Ronald Reagan alla Casa Bianca, assume, in alcune scene, tinte a sfondo politico. Pur senza grandi stelle e primedonne The Fog riesce ad entrare nell’immaginario comune della paura (in senso esteso e non associata al semplice raccapriccio). Un film da vedere e rivedere perché i fantasmi e gli eventi paranormali fanno e faranno sempre parte delle nostre vite.

Voto

Lorenzo, 32 anni, appassionato ed accanito lettore, principalmente riguardo il soprannaturale. Amante dei buoni film e degli scenari horror. Ricercatore e studioso del paranormale.

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